"La pallavolo femminile e un disastro che va assolutamente evitato"

ecco un altro articolo reperito sul web (e questa volta è stato possibile commentarlo anche in loco) che spiega la situazione attuale del volley:

http://it.eurosport.yahoo.com/blog/tacchetti-a-spillo/pallavolo-femminile-disastro-assolutamente-evitato-110411259--sow.html

"La pallavolo femminile e un disastro che va assolutamente evitato"

(mi sono permesso di correggere una "inesattezza" nel titolo originale)

«Il campionato di Serie A1 non è ancora finito, perché si stanno giocando i playoff scudetto, eppure la pallavolo femminile italiana si sta sciogliendo come un gelato al sole. E’ una situazione che mi preoccupa molto e non solo me, visto che la pallavolo è il terzo sport nazionale per numero di praticanti e perché il nostro è (o era, almeno fino a poco tempo fa) uno dei campionati più prestigiosi del mondo. Se andiamo avanti così, però, rischiamo di vedere lentamente scomparire il movimento per colpa di una situazione che sta andando verso il collasso e che più che preoccupante è diventata davvero tragica. Prima di lanciarsi in qualsiasi considerazione aggiuntiva, è bene ricordare che in corso d’opera quest’anno si sono ritirati ben due club, prima Crema e poi Modena, per l’impossibilità di sostenere gli oneri economici che incombono su società di questo tipo. Ma non finisce qui, perché Chieri, considerata fino a poco tempo fa un’impresa solida, è incorsa a sua volta in una sanzione di un punto in classifica per inadempienze economiche e ora sta trattando la fusione con Giaveno (le cui atlete sono in contestazione con la dirigenza per gli stipendi non pagati) per far fronte a difficoltà finanziarie sempre più pressanti. Detto questo, ho letto con molto dolore la lettera che Paola Croce, libero della Nazionale e di Modena prima del tracollo, poi di Urbino, ha indirizzato a volleyball.it, il sito di riferimento italiano per tutti gli appassionati e che fa del suo direttore Luca Muzzioli un infaticabile e competente paladino della giustizia, un uomo giustamente senza peli sulla lingua che purtroppo – troppo spesso – resta una voce di denuncia isolata e a volte poco considerata. Ma gli atleti, a quanto pare, conoscono quale sia il lavoro prezioso svolto dal collega e così Paola ha deciso di usare il suo sito come tramite per illuminare il popolo su una situazione ormai insostenibile: la Croce ha deciso di non disputare i playoff con Urbino e di lasciare la squadra, perché dopo la traumatica esperienza di Modena, anche nella squadra marchigiana non sono stati rispettati gli accordi economici. Nella lunga lettera che caldamente invito tutti a leggere, Paola fotografa alla perfezione una realtà che evidentemente ha ormai attecchito come un cancro nell’ambito della pallavolo femminile d’elite, che sta creando pericolose metastasi e che viene tollerata da Lega e Fipav senza che vengano adottate le contromisure necessarie (come NON permettere alle società che sono in arretrato con i pagamenti di iscriversi al campionato successivo o NON permettere giri di vendite dei diritti del titolo sportivo in modo che gli oneri economici non ricadano più sulla società responsabile, ma sulla subentrante che poi, evidentemente, non è in grado di mantenere l’impegno). Paola si lamenta del fatto che le cose al maschile vadano meglio, perché c’è più interesse, eppure a conti fatti, purtroppo mi sento di smentirla almeno in parte. E’ vero che la situazione nel campionato degli uomini è più solida, ma è anche vero che nel corso degli ultimi anni si sono perse per strada società storiche come Treviso o Montichiari (poi Monza) per l’impossibilità di far fronte a costi sempre più onerosi in assenza di adeguati ricavi, per non parlare poi del continuo e straziante fallimento della piazza di Milano. Volendo guardare la situazione più da lontano, probabilmente il problema è il solito: il calcio italiano (per quanto a sua volta in crisi come ha lucidamente spiegato non più tardi di ieri sera Antonio Conte, allenatore della Juventus) si mangia tutti i soldi e per gli altri non restano che le briciole. Del resto anche nella pallacanestro maschile c’è già stato l’annuncio di addio da parte di Biella, mentre è di poco tempo fa la denuncia della nuotatrice Ilaria Bianchi sul compenso non percepito dai finalisti olimpici di Londra 2012. Il nuovo presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha un compito spinoso da portare avanti, perché dovrà cercare di ristabilire l’equilibrio in un mondo sportivo che ormai di equilibrato non ha nulla. Sembra che qualcosa si stia muovendo, come la sua iniziativa in collaborazione col Ministro Profumo per favorire lo sport in ambito giovanile, ma purtroppo al momento è solo una goccia nel mare. Tornando a Paola Croce, in ogni caso, non è assolutamente mia intenzione sminuire la sua rabbia, il suo disappunto e il suo dolore per una professionalità che viene costantemente ridimensionata e a volte ridicolizzata, anzi… Il principio del “mal comune, mezzo gaudio” è il modo più sbagliato per insabbiare la questione. Capisco quanto possa essere frustrante lavorare col massimo dell’impegno per poi scoprire di aver solo fatto beneficenza a gente senza scrupoli che non se lo meritava. Probabilmente, se tutti gli atleti che vivono la sua stessa situazione si sollevassero come ha fatto lei, le cose potrebbero anche cambiare. Magari non a breve, ma una serie di piccole scosse di terremoto possono anche far crollare un palazzo. Non è così che deve andare, la pallavolo italiana è un patrimonio che va preservato. Tanti auguri di buon lavoro a Malagò.» (di Ilaria BOTTURA)

cara Ilaria,

la situazione del volley, che si voglia parlare di quello internazionale piuttosto che di quello nazionale o semplicemente provinciale,è la medesima:

un tracollo verticale, causato dalla gestione del movimento di questi ultimi 15 anni. da quando, cioè, si è pensato più alla tv che al movimento.

ecco quindi arrivate le nuove regole FIVB del '98 e successive, che avevano la pretesa di rendere televisivo uno sport che non può essere televisivo!

uniamole al movimento-volley-italiano di fine millennio (vorrei ricordare che la nazionale italiana è stata decretata la nazionale del secolo scorso, proprio in base ai risultati dell'ultimo decennio del '900) ed ecco che, da lì alla creazione di illusioni di rendite stratosferiche (sia per le società, che per gli atleti stessi), è stato un attimo.

il calcio?

avrà tanti difetti, ma in questo discorso non c'incastra nulla, se non per il fatto che qualcuno possa aver pensato di seguirlo nelle rendite!

dispiace assistere a giocatrici (ma varrebbe anche per i giocatori) che non vengono pagate, specialmente se si considera che, essendo pseudo-professioniste, quella è la rendita con cui si devono mantenere, ma forse occorrebbe domandarsi se la pallavolo sia in grado di sostenere certi contratti, magari mettendo pure in dubbio il fatto che debba essere simil-professionistica.

la fipav?

lasciamo stare:

se andate a leggere i rendiconto annuali che posta sul proprio sito dal 2009, scoprirete che si vanta del continuo aumento dei tesserati... che risposte pretendete possa darvi?

per quanto mi riguarda

ho smesso quest'anno di tenere il conto delle società di pallavolo che devono ancora terminare di liquidarmi i Rimborsi Spese pattuiti.

se la fipav si preoccupasse di più affinché i suoi tesserati siano liquidati al pari di quanto si preoccupa per sé, sarebbe già un enorme passo avanti!

ed ecco un articolo uscito oggi (18/4) su Gazzetta.it:

http://dal15al25.gazzetta.it/2013/04/18/fipav-lega-vince-lapparire-sulla-pallavolo/

Fipav-Lega: vince l’apparire sulla pallavolo

Come preventivato ecco l’altra sera arrivare puntuale il comunicato congiunto Lega-Fipav o Fipav-Lega.

Non c’è un elemento di condanna, non c’è un provvedimento, ma solo vuote parole. Come vuote sono le tasche di molte giocatrici che anche quest’anno hanno giocato in maniera “gratuita”.

Faremo, diremo, agiremo. Per la Lega e la Fipav valgono solo i verbi futuri. Nessuno che paghi al passato: nessuno che, ad esempio, si becchi 6 mesi di squalifica o inibizione. Come già detto ieri sono in auge la federazione e la Lega dell’apparire non quella dell’essere, né tantomeno quella della pallavolo. Verrebbe da dire contenti loro (nel 2014 c’è il Mondiale femminile in Italia) contenti tutti. Purtroppo non si può dire così:

stanno distruggendo la pallavolo di tutti.

All’ordine del giorno un confronto sull’attuale situazione del movimento pallavolistico e sui Campionati di Serie A femminile. L’incontro ha espresso la reciproca disponibilità nel risolvere le criticità che si sono manifestate nel corso della stagione sportiva, nonché l’intenzione di piena collaborazione e sinergia sui principali temi di discussione. In particolare le norme di ammissione ai Campionati di Serie A1 e A2 2013-14 e il rinnovo della Convenzione tra Fipav e Lega Pallavolo Serie A Femminile. Al costruttivo dibattito odierno, che ha individuato l’obiettivo di consolidare le strutture tecnico-economiche delle Società di Serie A per garantire una crescita globale del movimento, seguiranno ulteriori occasioni di confronto, al fine di sviluppare strategie condivise. (di Gianluca Pasini)

e due articoli correlati tra loro usciti il 5 e l' 11 maggio u.s. sempre sulla Gazzetta.it

http://dal15al25.gazzetta.it/2013/05/05/caro-presidente-federale/

Caro Presidente Federale Carlo Magri,

di recente non la pensiamo alla stessa maniera su tante cose (quasi tutte per la verità). Ma hai sempre sostenuto che siamo dalla stessa parte per una cosa almeno: la passione per questo sport. Fin da quando da ragazzino andavi a vedere i Ferrovieri a Parma.
Ricordo bene l’ansia che avevi quando hai visto sfaldarsi e scomparire la “tua” società. Per sopportare quella perdita sei diventato presidente federale per avere un’altra squadra per cui “tifare”, anche se il colore era diventato azzurro.
Ora pensando a quanti discorsi elettorali hai fatto elogiando la forza del movimento di cui sei a capo da oltre 15 anni: ti chiedo, ma come ti senti vedendo scomparire una dopo l’altra le piazze storiche e meno storiche di questa disciplina. Da chi c’era da 20 anni (come Vibo), a chi era appena arrivato (San Giustino). Chi ha speso tanto (Villa Cortese) a chi ha speso poco (Crema)? Anche tu sai cosa vuole dire avere debiti coi tesserati e avere tifosi che ti criticano per le scelte che sei stato costretto a fare. Ora pensando alle migliaia di tifosi che il prossimo anno non avranno una squadra per cui fare il tifo, pensando alle centinaia di tesserati che non riceveranno i compensi pattuti e quelli che saranno costretti a svendersi per continuare a pagare il mutuo di casa, cosa pensi di fare al prossimo Consiglio Federale? Voltarti dall’altra parte? Dando la colpa ai giornalisti troppo pessimisti (quante volte me lo hai detto?), o alla crisi economica, o a qualche dirigente di Lega che pur di difendere il proprio posto di lavoro è passato su tutto e su tutti?
Siamo – senza tema di smentita – in uno dei momenti più neri di questo sport: perché alla vitalità di base, all’entusiasmo che si respira in certi ambienti e a tutti i livelli, fanno da contraltare anche operazioni poco chiare, come il commercio indiscriminato dei diritti. Ora secondo me – se sei un vero appassioato di questo sport (come hai sempre sostenuto) – è il momento di farlo vedere. Per davvero. Se il vertice della Fipav si volterà – ancora – dall’altra parte, fingendo di non vedere lo sfascio a cui siamo arrivati per una serie di decisioni deliranti prese da personaggi che dal volley hanno preso molto più di quanto hanno dato, sarà un risposta chiara e lampante a tutte le migliaia di appassionati.
Cambiare strada si può. Basta volerlo. Carlo Magri e la Fipav da che parte stanno? Ancora con la pallavolo?

http://dal15al25.gazzetta.it/2013/05/11/fipav-il-coraggio-che-non-ce-piu-e-il-giocare-in-difesa/

Fipav: il coraggio (che non c’è più) e il giocare in difesa, la propaganda

Qualche giorno fa ho scritto una lettera aperta al presidente federale In tanti – nei giorni successivi – mi hanno chiesto se il presidente aveva risposto: la risposta (a voce) mi è arrivata in forma privata, con l’impegno di non divulgare il contenuto della stessa. Ieri però parte di quel contenuto è finito in uno “strano” comunicato stampa che allego qui sotto

– La stagione non si è ancora conclusa, finirà soltanto con il mese di giugno, ma il numero di atleti tesserati alla Federazione Italiana Pallavolo registra per l’ennesimo anno un aumento. Un dato, accolto con grande soddisfazione dal presidente federale Carlo Magri, che registra la cifra di 359.304 (aggiornata al 10 maggio) atleti tesserati con un incremento di oltre tremila unità rispetto alla scorsa stagione. Un risultato ancor più positivo considerando che a livello giovanile, di norma i mesi di maggio e giugno, vedono tanti nuovi giocatori entrare a far parte dell’universo Fipav. Il tutto per una crescita globale del movimento, confermata ulteriormente dall’aumento di allenatori e arbitri tesserati.–

All’apparenza è solo un comunicato propagandistico di quelli che le Federazioni sportive fanno, in realtà conoscendo Magri – che per forza deve esserne l’ispiratore – è un comunicato che gioca in difesa. Fra le righe: “nonostante quello che sta succedendo, noi siamo ancora qui”. Un vecchio proverbio dice: chi si contenta gode. Una delle poche regole che ho imparato nello sport (e proprio dalla pallavolo) che vince e progredisce solo chi ha il coraggio di rischiare. Di andare avanti, per citare un’altra frase di Velasco (che a sua volta aveva “mutuato” dalla storia) il coraggio di bruciare  le navi. Non assicurarsi un comodo ritorno a casa nel caso le cose fossero andate male. Fino a quando la Pallavolo italiana ha avuto il coraggio di bruciare le sue sue navi è progredita, diventando un movimento ammirato e invidiato. Adesso – pancia piena e qualche anno in più – pensa solo a difendere. Qualcuno difende il posto di lavoro, altri la poltrona, altri ancora il privilegio. Eccetera Eccetera. Non basta organizzare 3 Mondiali in 5 anni per dimostrare di avere coraggio Caro Presidente Federale. Difendendo – come fa la Fipav oggi – non ci sarà un domani migliore. E questo penso che non sia giusto per i pallavolisti che verranno. Per coloro che hanno ancora voglia di sognare, per tutti quelli che facendo volontariato sperano di costruire uno sport migliore. E per tutti qui ragazzi e ragazze che si avvicinano oggi, lottando per diventare campioni del domani. Pensando a tutti questi/e mi auguro che la Fipav cambi.

Mi dicono sempre che non è possibile fare questi cambiamenti: mi volto e vedo che al Coni è successo. Tanto per fare un esempio, senza sparatorie e rivoluzioni. Ma con la sola voglia del cambiamento. Basta volerlo.

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