La pallavolo e la gestione dello sport... in Italia (e non solo)

Navigando su internet dopo l'ulteriore, cocente, sconfitta della nazionale italiana ai mondiali di calcio in Brasile, mi càpita di imbattermi in moltissimi articoli di critica verso il calcio e la sua struttura, la quale non appare più una struttura sportiva (uno sport), bensì una "finanziaria multinazionale"...  

e come dar loro torto?

Quello che però mi preoccupa maggiormente, è che gli altri sport (NB: compreso la pallavolo!), sotto-sotto, non siano poi così diversi, bensì semplicemente più "arretrati" rispetto al calcio.

La gestione di questi altri sport, infatti, sta seguendo pari-pari le orme del calcio, cioè di quella attività che da tutti viene indicata come "il male assoluto" dal punto di vista sportivo, ma a cui poi, a quanto pare, tutti ambiscono acriticamente.

...e quando sarà troppo tardi, ci chiederemo com'è potuto accadere e per colpa di chi.

Mah............

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Commenti: 2
  • #1

    Paolo (martedì, 01 settembre 2015 23:12)

    Il fatto è che la pallavolo non ha, fortunatamente, la visibilità del calcio, e non muove grosse somme di denaro. Da praticante di uno sport minore e che non ha nessuna visibilità mediatica (ad una gara nazionale di apnea dinamica il tipico pubblico è quello delle mogli, dei mariti e degli allenatori) vorrei dire che il problema grosso di questi tipi di sport è che i soldi ce provengono dallo sport e che dovrebbero essere spesi nello sport sono monopolizzati dalle scommesse del calcio e non passano più, come succedeva ai tempi del totocalcio, attraverso una gestione che distribuiva qualcosa anche agli sport minori. Questo provoca che, ovviamente, si vada alla ricerca di denaro, denaro per pagare il riscaldamento delle palestre, per pagare le divise, per pagare trasferte, attrezzature e così via e che, alla fine, tutto diventi simile ad una industria, con relativi cambiamenti di regolamento per adeguare lo sport alle esigenze del pubblico che vuole cose come durate ben definite dei set, spazi per la pubblicità, azione continua, la presenza di una componente aleatoria che giustifichi una eventuale sconfitta dei propri beniamini e così via.
    Se lo stato tornasse a distribuire il denaro dello sport in modo equo (e se questo fenomeno foss globale) non ci sarebbe motivo di trasformare un gioco in un circo. Purtroppo, però, la mancanza di denaro piega anche i più forti e tutti cercano di elemosinare un po' di pubblico in più per guadagnare qualcosa con la pubblicità e così le società sportive diventano sempre più simili a finanziarie, i regolamenti cambiano e se, alla fine, quello che era un bel gioco (da giocare intendo) diventa una macchina per produrre denaro che non attira più i giovani non ci si può proprio stupire.
    Io, personalmente, qualche mese fa mi sono trovato, per caso, con i ragazzi che frequentavano il campetto del prete quando ero giovane. Abbiamo giocato a pallavolo con le regole che conoscevamo e, quando i giovani che guardavano ci hanno detto che contavamo male i punti, abbiamo risposto "noi giochiamo così". Ci siamo divertiti e, forse, si sono divertiti anche i ragazzini che ci guardavano, stupiti dal fatto che si potesse giocare a pallavolo per divertirsi e non perché un insegnante sadico di ginnastica ti ha proibito di giocare a pallone.

    Paolo.

  • #2

    Roberto (giovedì, 03 settembre 2015 01:52)

    ciao e grazie Paolo :)
    non posso che concordare con quello che hai scritto.
    Anche se forse mi hai dato l'impressione di essere un po' più romantico di me (o ottimista) su questo argomento:
    io penso che, in ogni caso, la gestione dello sport in Italia (le federazioni) avrebbe portato agli stessi effetti a cui assistiamo oggi, cioè alla spasmodica ricerca di soldi anche senza il cambiamento delle regole.
    Purtroppo il risultato del cambiamento delle regole è stato che da una parte il gioco (quello vero, inteso come ludico) è stato penalizzato, mentre dall'altra non sono arrivati i soldi sperati (anche se, a dir la verità, oggi la pallavolo -fipav- prende un sacco di soldi in più rispetto agli anni '80 e '90.. l'uso che poi ne fa, è un'altra storia)
    L'ulteriore riprova l'avremo a breve, dato che il CONI ha deciso di tagliare i fondi al calcio, a beneficio degli "sport minori".

    Roberto