Come cambierà il fallo di posizione

Dal primo gennaio 2022 la FIVB renderà attive alcune correzioni sulle Regole di Gioco. Per la stragrande maggioranza si tratta di correzioni sulle procedure di gara. Una, invece,avrà un impatto enorme sul gioco:
il cambiamento della regola sul come si manifesterà un fallo di posizione.

Il fallo di posizione è un fallo che può manifestarsi soltanto al momento del colpo di battuta.
Le posizioni in campo sono regolate dall'articolo 7.4:

"Nel momento in cui la palla è colpita dal giocatore al servizio ogni squadra deve essere posizionata dentro il proprio campo nell'ordine di rotazione (ad eccezione del suddetto giocatore)."

e punito dall'articolo 7.5.

Nella pallavolo, a differenza di qualsiasi altro sport che in questo momento mi sovvenga, alcune regole esistono affinché siano disattese dall'arbitro. All'arbitro spetta decidere fino a quanto una di queste regole deve essere disattesa.
Il fallo di posizione è una di queste.
In pratica, l'arbitro fischierà il fallo di posizione non quando dovesse vederlo, ma quando reputerà il "così, però, è troppo!".

Ciò significa che è pressoché impossibile assistere ad una gara dove venga fischiato questo fallo, ma, a guardar bene, quasi non esiste gara dove non si manifesti un fallo di posizione.

Dal primo gennaio cambierà l'individuazione della posizione dei vari giocatori.

se fino ad oggi nemmeno "un atomo" di entrambe le scarpe di ogni atleta, in base alla posizione occupata, dovevano trovarsi davanti/dietro del proprio corrispettivo o a destra/sinistra del proprio laterale (vedi immagini)

dal 01/01/22 basterà avere anche un solo "atomo" della scarpa davanti/dietro la linea del proprio corrispettivo e a destra/sinistra del proprio laterale, che la posizione sarà buona.

[da tener conto che, differentemente da quanto si desume nelle immagini della RdG FIPAV, in fallo di posizione non può mai esserci un unico giocatore]

Fin qui, poco male: il concetto del mantenere, seppur minimo, il contatto con la propria zona resterebbe.

Ma... c'è, come al solito, un "ma".

Per andare incontro ai giocatori, al fine di desumere la posizione degli stessi, si era già deciso che gli arbitri dovessero considerare gli ultimi appoggi dei piedi sul terreno.(delle teoriche orme lasciate dalle scarpe sul pavimento).

Significa che un atleta poteva anticipare il movimento di uscita dalla propria zona, fintanto che non appoggiasse il piede in terra prima del colpo di battuta. In teoria, poteva anche effettuare un balzo profondo oltre la propria zona, l'importante è che al momento del colpo sulla palla egli si trovasse ancora in volo.

Seguendo questo escamotage, con la nuova regola si potrà appoggiare un piede oltre la propria zona, basta che non si appoggi fuori anche l'altro prima del colpo di servizio.
In teoria, un giocatore potrebbe effettuare un doppio balzo oltre la propria zona, facendo attenzione ad appoggiare in terra il piede di spinta del secondo balzo solo dopo il colpo sulla palla da parte del battitore.
Un palleggiatore bravo, in fase P1, potrebbe essere già dentro i tre metri al momento del colpo sulla palla del battitore avversario, annullando ogni svantaggio dato dal dover sottostare all'articolo 7.4.

a questo punto, non sarebbe stato più semplice e confacente alle Regole di Gioco, modificare la regola 7.4 secondo cui:

"è al momento del lancio della palla per la battuta, che la palla si deve ritenere 'in gioco' e che quindi tutti gli atleti si devono trovare nella loro posizione prima di esso" ?

In fin dei conti un battitore non può lanciarsi la palla per fintare la battuta e (ormai da decenni) non ha più il secondo tentativo di servizio a disposizione. Quindi, una volta lanciatosi il pallone per servire, non può neppure indurre in errore la squadra avversaria.
In altre parole, non sarebbe stato meglio dire:
quando il battitore si è lanciato la palla, è possibile uscire dal proprio ordine di rotazione; finché non la lancia, ogni giocatore deve restare all'interno della propria zona.

Ed a quel punto: che gli arbitri siano molto fiscali!!!